DOMUS DETTA DI PROPERZIO dal I. sec. d.C. e interventi successivi

La cosiddetta casa del poeta concittadino Sesto Properzio, addossata alle mura di cinta a sud, riportata alla luce alla metà del secolo passato, consta, nella parte attualmente scoperta, di un ampio criptoportico e di due vani affrescati con decorazioni a soggetto floreale e marino. In questi ultimi le pavimentazioni di differenti fogge, sono di pregio assoluto, in opus sectile di marmi tra i più preziosi reperibili all’epoca, dal cipollino, al greco scritto, al giallo antico o in opus scutulatum, con intarsi marmorei policromi su base monocroma. Gli affreschi delle pareti ripetono con regolarità, su un fondo di diverse tonalità di rosso, rappresentazioni di vegetali e animali marini, indice di un notevole livello di raffinatezza e di ricchezza.

Il criptoportico che si stende sulla destra per una dozzina di metri, è decorato con candelabre ricorrenti su fondo senape e pinakès, piccoli dipinti a fresco di secondo stile pompeiano (tra il 20 e il 40 d. C.). Su uno di essi Apollo guida un carro trainato da grifi. La presenza in effigie del dio dei vaticini e un’antica scritta hanno fatto pensare ad un tempio oracolare. Il viridarium, una superficie bianca di calce di ca. 5 mq, è dipinto con rami d’albero stilizzati, che ospitano 96 uccelli dalle ali ripiegate, di diverse specie.

Vi è anche chi ritiene che il luogo sia una sorta di santuario dedicato proprio a Properzio dal poeta suo discendente Paolo Passenno, Paullus Passennus Propertius Blaesus.

L’edificio si colloca al di sotto della cripta della chiesa del Vescovado, S. Maria Maggiore; sulla piazza antistante si sarebbe svolto il dramma della rinuncia ai beni da parte di S. Francesco, davanti al padre Pietro di Bernardone, al vescovo Guido, ai maggiorenti e alla popolazione di Assisi.